Quante volte nel corso di questa pandemia abbiamo sentito che la digitalizzazione si è rivelata un’alleata determinante nell’affrontare la crisi! Mai come ora il ricorso alle nuove tecnologie aiuta a gestire difficoltà in ambito sanitario e logistico, e non dimentichiamo poi che sono stati i nuovi strumenti digitali di connessione e lavoro collaborativo ad aver evitare l’arresto totale delle attività, dell’economia e delle relazioni sociali. Eppure, senza alcune figure professionali centrali, tutte queste opportunità non sarebbero state possibili. Di chi parliamo? Degli specialisti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ICT, e, più in particolare, degli apprendisti. Il perché lo abbiamo chiesto a Stefano Doninelli, fondatore e presidente del CdA della DOS Group SA di Mendrisio.
ICT-SI: Fondata nel 2001, la DOS Group SA vanta ormai 20 anni di esperienza nel settore informatico. Di cosa vi occupate esattamente?
S.D.: DOS Group SA è composta da diversi reparti che interagiscono fra di loro, dalla gestione e creazione di infrastrutture IT allo sviluppo di software e applicazioni mobile. Abbiamo un reparto di telematici ed elettricisti, specialisti in Cloud e un reparto in comunicazione. Inoltre, fa parte del gruppo Studio MACACO, una Software House specializzata nella produzione di esperienze per la formazione digitale tramite diverse tecnologie, tra le quali Realtà Virtuale e Aumentata, e Gamification.
La sua azienda impiega al momento tre apprendisti. Di cosa si occupano i vostri ragazzi?
Ad oggi abbiamo due tecnici informatici e uno sviluppatore software. I tecnici informatici si occupano dalla preparazione e configurazione di PC, server e della loro messa in rete, così come di fare assistenza alla clientela e di partecipare alle riunioni di gestione e progettazione evolutiva del cliente. Lo sviluppatore si occupa invece della parte di analisi, della risoluzione di problemi e della creazione di codice.
Il loro contributo è una continua ventata di aria fresca: sono infatti molto coinvolti sul nuovo, sulla parte di innovazione. Come giovani possono darci una mano per posizionarci al meglio con i clienti portando un punto di vista importante all’azienda e fungendo da integratori fra il cliente e il prodotto finale.
Da dove nasce la decisione di diventare azienda formatrice di apprendisti?
Innanzitutto, da una motivazione personale. Io stesso ho fatto l’apprendistato presso un’azienda e le mie due figlie hanno fatto lo stesso. Questa esperienza personale è stata sicuramente per me un motivo che mi ha spinto a volere – se non quasi a dovere! – coinvolgere i giovani nella formazione.
Investire negli apprendisti è poi di grande valore anche per l’azienda stessa: gli apprendisti portano competenze di giovani utilizzatori e dunque il punto di vista del futuro utente, informazioni preziosissime per un’azienda che vuole crescere e svilupparsi. Soprattutto poi, questi giovani non sono ancora influenzati da metodi d’abitudine, ma hanno sete di imparare e confrontarsi, il che porta dei benefici anche al personale più esperto dell’azienda, che può così costantemente reinventarsi e crescere a sua volta.
Da un punto di vista più ampio, inoltre, ritengo che grazie all’apprendistato ci sia la possibilità di formare futuri imprenditori, uomini e donne che portino nuove opportunità di collaborazione e nuove sinergie, a favore dell’economia del nostro Cantone. Credo che con il giusto coinvolgimento dell’apprendista si possano gettare le basi per avere nuovi imprenditori ed imprenditrici che a loro volta vogliano dare nuove opportunità a chi verrà dopo di loro – un po’ come ho voluto fare io. Si tratta dunque di un circolo virtuoso a cui personalmente spero di poter contribuire, magari anche investendo in idee o startup nate dai nostri apprendisti.
Molto spesso ci sono aziende che vedono il potenziale di essere un’azienda formatrice e che però rinunciano a diventarlo per una serie di motivi. Cosa si sentirebbe di dire a queste aziende per incoraggiarle ad intraprendere questo percorso?
La formazione di apprendisti ha come detto molteplici vantaggi. Ma soprattutto questi giovani sono dei veri e propri integratori di conoscenze e di opportunità. Per un’azienda, l’investimento in un giovane non può essere inserito in un centro di profitto finanziario. L’investimento è umano, culturale, di impegno sociale, di amore per il territorio, ma soprattutto è una responsabilità che ogni imprenditore ed imprenditrice deve fare propria. Non si può dare un prezzo al futuro dei nostri giovani, perché a pagarne le spese saranno proprio loro e tutta l’economia – e questo non è tollerabile.
E perché investire proprio nell’apprendistato ICT?
Il periodo Covid lo ha sottolineato una volta di più: gli apprendisti rappresentano un fattore determinante per quelle aziende che – tra l’altro, proprio in periodo pandemia – hanno dato una svolta digitale, affrontando al meglio la situazione eccezionale che stiamo vivendo. L’apprendistato ICT è la chiave per formare personale specializzato, vicino all’azienda e pronto a reinventarsi per affrontare la digitalizzazione.
La sua azienda è tra i soci fondatori dell’associazione ICT Formazione Professionale Svizzera italiana. In che modo l’associazione contribuisce al rafforzamento degli apprendistati ICT e perché un’azienda dovrebbe aderirvi?
L’associazione è una piattaforma che contribuisce alla divulgazione dell’importanza della formazione duale e in particolare dell’apprendistato ICT, un aspetto che ancora oggi non viene del tutto compreso o non è abbastanza conosciuto. Come associazione crediamo fermamente che gli apprendisti siano un valore, il futuro e un investimento altamente redditizio. Qualsiasi azienda che voglia aderire deve sposare questa causa: divulgare, imparare a conoscere il valore di una formazione duale e soprattutto contribuire al mantenimento del benessere del nostro paese.
Quale consiglio si sentirebbe di dare ad aziende interessate ad assumere apprendisti ma che si lasciano spaventare dai potenziali rischi e costi collegati alla formazione?
Molto semplicemente di dedicare un attimo di tempo al progetto facendo capo e visitando aziende dove viene praticata la formazione duale. Come in tutti gli investimenti, l’approfondimento e la valutazione dei benefici è doverosa. L’associazione ICT Formazione Professionale Svizzera italiana può in questo senso aiutare l’azienda interessata a comprendere meglio i benefici e il valore che può portare un apprendista in un’azienda.
Autrice: Camilla Lafranchi