“La responsabilità sociale di noi aziende verso i giovani deve andare oltre il puro ritorno economico”

Il centrp di comando presso le Aziende Industriali di Lugano

Secondo gli ultimi dati parziali sul collocamento al tirocinio diffusi dalla Divisione della formazione professionale del Canton Ticino, la situazione relativa all’apprendistato al Sud delle Alpi ha avuto un avvio incoraggiante per l’anno scolastico 2021-2022. Merito sicuramente delle iniziative profuse a livello cantonale, di organizzazioni del mondo del lavoro, ma anche e soprattutto dalle aziende del territorio. Sì, perché dopo un anno e mezzo di pandemia, la volontà di offrire un futuro ai ragazzi e alle ragazze del Cantone prevale sugli strascichi lasciati dalla crisi. E per quanto riguarda il settore ICT? Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Valentini, Caposettore Risorse Umane presso le Aziende Industriali di Lugano (AIL), impresa associata ad ICT-Formazione Professionale Svizzera italiana.

ICT-SI: Le Aziende Industriali di Lugano sono una realtà ben nota nel Canton Ticino per quanto riguarda la produzione e distribuzione di acqua ed energia. Ma cosa mai possono avere a che fare i vostri servizi con l’informatica?

L.V.: La nostra azienda occupa più di 400 collaboratori e collaboratrici attive in decine di settori in ambito tecnico, amministrativo, commerciale e manageriale. Tra essi contiamo attualmente 15 apprendisti come elettricisti per reti di distribuzione, selvicoltori, impiegati in logistica, impiegati di commercio, disegnatori, geomatici e, ovviamente informatici. Abbiamo dunque di base attività variate che necessitano di diversi specialisti. Per noi la presenza di professionisti del mondo informatico è cruciale: sono infatti loro che ci garantiscono lo sviluppo e il funzionamento dei sistemi e delle applicazioni informatiche dell’azienda, ma anche di analizzare, concepire, sviluppare, realizzare e testare nuove soluzioni in ambito software. Sono dunque figure chiave sia per la gestione dei servizi da noi erogati, sia a livello di attività interne all’azienda.

Quali sono le attività tipiche di cui un vostro apprendista si occupa?

Le attività sono molto variate e dipendono chiaramente dalla funzione esercitata. Gli apprendisti informatici collaborano nello specifico con i propri colleghi nel fornire supporto agli utenti interni, preparare i PC da consegnare ai collaboratori, sviluppare semplici programmi e applicativi utilizzati in azienda. Vi è inoltre una certa collaborazione con le altre formazioni, in uno spirito di interprofessionalità che arricchisce l’esperienza di tutti i collaboratori.

A livello cantonale, vi sono diverse iniziative che mirano ad incentivare l’apprendistato in Ticino – più recentemente il Piano d’azione “Più duale PLUS”, ma anche gli sforzi di associazioni come ICT-Formazione Professionale Svizzera italiana. Si deve però riconoscere che la formazione dell’apprendistato fatica a prendere piede. AIL come valuta la situazione dell’apprendistato in Ticino?

In base alle esperienze fatte presso la nostra azienda la valutazione è sicuramente positiva, ma sono chiaramente considerazioni personali. In linea generale, in Ticino esistono diverse aziende che possono offrire un posto di lavoro ad un giovane dove poter svolgere un’attività variata e arricchente. Proprio nell’ambito della digitalizzazione, che prende sempre più piede toccando davvero tutti i servizi della nostra società ed economia, le opportunità per i ragazzi non mancano. Negli ultimi anni, tuttavia, seguire un apprendista è diventato sicuramente più impegnativo a causa degli aspetti amministrativi introdotti dalle autorità cantonali e dalle scuole. In Ticino ci sono inoltre ancora troppi pregiudizi che riguardano il percorso stesso dell’apprendistato, che purtroppo viene ancora visto da molti come una formazione di “serie B”. Questo è un mito che va sfatato assolutamente: la formazione duale permette di intraprendere percorsi di perfezionamento di altissimo livello, oltre ad offrire un accesso diretto al mercato del lavoro. Tutte caratteristiche che sono di enorme vantaggio anche per un’azienda, poiché permettono di avere profili professionali effettivamente richiesti sul mercato, scaturiti da un mix perfetto di teoria e pratica.

 

E per quanto riguarda la situazione dell’apprendistato ICT, qual è la vostra valutazione?

Anche per quanto riguarda l’apprendistato ICT, la nostra valutazione non può che essere estremamente positiva. A differenza di apprendistati “storici” per la nostra azienda, come l’elettricista per reti di distribuzione, è solo da pochi anni che formiamo apprendisti nell’ambito informatico. Ci siamo però resi conto sin da subito di aver fatto la scelta giusta! Infatti, dopo la prima esperienza avuta qualche anno fa, abbiamo continuato ad assumere giovani in questa formazione di base, sia per l’ambito dello sviluppo informatico, sia per la parte di infrastruttura e supporto agli utenti. Abbiamo notato che per questi giovani poter conciliare la parte scolastica con quella lavorativa è un grosso vantaggio, in quanto possono mettere subito in pratica quanto studiato e, nel contempo, avere un supporto in azienda in caso di necessità con le materie scolastiche.

Da dove nasce la decisione di AIL di diventare un’azienda formatrice di apprendisti?

Quella di formare apprendisti è una responsabilità sociale. Come azienda formatrice crediamo nella formazione professionale come pilastro della forza innovativa e dell’efficienza della nostra economia. Abbiamo il compito di offrire ai giovani delle opportunità per il loro futuro potendo appoggiarci ad un sistema formativo la cui qualità ci viene riconosciuta ed invidiata mondialmente. Come azienda, inoltre, la formazione di apprendisti rappresenta un investimento, poiché possiamo formare così futuri collaboratori e collaboratrici. Le soddisfazioni date dai nostri apprendisti poi non sono misurabili: alcuni di loro, ad esempio, hanno brillato negli esami finali vincendo premi a sottolineare la loro bravura, cosa che ci ha riempiti di orgoglio. Con il loro background e il loro entusiasmo gli apprendisti danno poi un grosso contributo all’azienda, ad esempio sostenendo i loro attuali colleghi e formatori pratici con idee fresche e nuove, oppure più semplicemente aiutando i colleghi più anziani a destreggiarsi con i telefonini aziendali che sono stati distribuiti alle nostre squadre esterne.

 

Quale consiglio dare ad aziende interessate ad assumere apprendisti ma che si lasciano spaventare dai potenziali rischi e costi collegati alla formazione?

Per queste aziende occorre che vedano la formazione professionale di base come un’opportunità, sia per le imprese stesse, sia per i collaboratori che vi lavorano. Formare dei giovani è sicuramente un impegno ma deve essere visto innanzitutto come un investimento. Le ragazze ed i ragazzi che vengono formati tramite un apprendistato potrebbero essere i nostri futuri collaboratori e di conseguenza le aziende possono sfruttare al meglio le competenze acquisite durante gli anni di tirocinio. L’esperienza di poter formare degli apprendisti è comunque valida anche se i giovani formati non dovessero rimanere presso l’azienda formatrice al termine del loro percorso. Lo scambio di conoscenze e il doversi mettere in gioco per fornire agli apprendisti le nozioni di cui necessitano creano un valore aggiunto a tutta l’organizzazione e fanno sì che anche i collaboratori che sono a contatto con gli apprendisti debbano tenersi aggiornati sulle novità legate alla loro funzione.

 

Autrice: Camilla Lafranchi

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